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            1982            
            Compagnia del Teatro Popolare Italiano (diretta da Vittorio  Gassman)
            OTELLO
            Autore William ShakespeareTraduzione di Vittorio Gassman
 Regia di Alvaro Piccardi
 Scene e costumi di Lorenzo Ghiglia
 Musiche di Fiorenzo Carpi
 Interpreti Giulio Brogi (Iago), Vittorio Gassman (Otello),  Pamela Villoresi (Desdemona), Paila Pavese (Emilia)
 Prima rappresentazione Ravenna, Teatro Alfieri, 8 gennaio  1982
 Trama  dell’opera John Cox
 Porto a Cipro, alla fine del XV secolo.
 Lo storico conflitto tra flotte cristiane e musulmane per il  controllo del Mediterraneo orientale adesso si svolge fra la Repubblica veneta  e l’Impero turco. Principale obiettivo è l’isola di Cipro, occupata da Venezia.  Il comandante della flotta veneziana è Otello, il quale riveste anche  l’incarico di governatore di Cipro. Eccezionalmente, Otello è un moro, un  musulmano convertito alla religione cristiana, sposato ad una nobile veneziana,  salito al più alto grado delle forze armate della Serenissima.
 Atto primo
 Otello,  vincitore della flotta turca, deve scampare una terribile tempesta prima di  giungere in porto. La gente di Cipro e la guarnigione veneziana si uniscono nel  salutare la duplice vittoria e portano in trionfo Otello. La folla e i marinai  accendono un falò per festeggiare, mentre il moro si ritira per incontrare la  propria consorte, Desdemona.
 È presente Jago, l’alfiere di Otello. Nel suo intimo egli è un feroce razzista  e brama la rovina del moro. A dispetto di una simulata devozione al padrone,  Jago odia Otello perché costui ha promosso Cassio al rango di capitano al posto  suo. Roderigo, un nobile veneziano è innamorato di Desdemona: Jago si offre di  aiutarlo nell’allontanarla dal marito. Quando comincia a scorrere il vino, Jago  spinge Cassio a ubriacarsi. Cassio è molto intimo di Otello, avendogli fatto da  tramite nel corteggiamento di Desdemona. Nello stato d’ebbrezza in cui si  trova, Cassio si azzuffa con Roderigo e nella rissa che segue costui ferisce  Montano, un ufficiale. Appare Otello a ristabilire l’ordine, ma toglie i gradi  a Cassio e lo scaccia.
 La folla si allontana, lasciando Otello solo con Desdemona. I due   considerano la natura e la forza del loro reciproco amore. È evidente che per  Otello quest’amore equivale ad una forma di venerazione.
 Atto secondo
 Caduto in disgrazia, Cassio è  convinto da Jago che il mezzo migliore per ritornare nelle grazie di Otello sia  Desdemona, attesa a momenti nel giardino. Rimasto solo, Jago proclama il suo  credo nella supremazia del demonio e rivela che il suo destino consiste nel  diffonderla; alla fine arriva la morte, ma dopo non c’è nulla.
 Cassio intrattiene Desdemona in conversazione fino all’arrivo di Otello. Jago  finge sospetti sul loro incontro, per poi scacciarli come semplici illazioni.  Desdemona è accolta da un gruppo di isolane e dai loro bambini che recano fiori  e doni. Costoro mostrano verso la donna sincero amore e rispetto. Nel mettere  in guardia Otello contro la gelosia, Jago riesce ad istillare nella sua mente  il seme del dubbio, cosicché quando Desdemona difende la causa di Cassio, egli  si mostra insolitamente scortese e accusa segni di malessere. Lei cerca di  portargli sollievo con un fazzoletto da lui donatole come pegno d’amore. Il  moro l’allontana spazientito, lasciandolo cadere. Quando la confidente Emilia  va per raccoglierlo, Jago lo reclama per sé. Pur essendo sua moglie, Emilia,  intravede un recondito scopo e rifiuta, ma Jago infine se ne impossessa.
 Allontanatesi le donne, Jago comincia la sua opera di persuasione su Otello.  Sostiene di aver udito Cassio che sognava di amoreggiare con Desdemona, ed  introduce lo stratagemma del fazzoletto, che Otello poco prima aveva avuto fra  le mani. Questo è il punto debole del moro, all’idea del disonore femminile.  Jago lo ha messo in trappola. I due si uniscono in un inno alla vendetta, che  invoca a testimone l’intero creato, in cui Otello aveva proiettato, solo poco  tempo prima, tutto il suo amore per Desdemona.
 Atto terzo
 Un araldo annunzia l’arrivo di  una nave che conduce un ambasciatore veneziano. Jago deve agire in fretta per  raggiungere il suo diabolico intento. Otello reclama prove lampanti  dell’infedeltà di Desdemona, che Jago assicura di poter avere da Cassio in  persona. Appare Desdemona e ancora una volta domanda perdono per Cassio. Otello  dà nuovi segni di malessere e le chiede di fasciargli la fronte con il  fazzoletto che le aveva donato, lo stesso fazzoletto trafugato poco prima da  Jago. Egli ne vanta l’eccezionale potere magico, mette in guardia la donna  dallo smarrirlo, prima di scacciarla rabbiosamente.
 Rimasto solo, Otello si lamenta con Dio, perché qualsiasi disgrazia avrebbe  potuto sopportare, ma non quella di perdere la sua tranquillità dell’anima. Se  la donna è veramente colpevole, la morte è l’unica punizione. Ma egli deve  avere la prova decisiva. Jago conduce Cassio e i due conversano frivolamente su  una certa Bianca. Otello osserva non visto. Egli segue l’eccitata conversazione  dei due e crede che le loro risate si riferiscano a Desdemona. Cassio descrive  il ritrovamento di un misterioso fazzoletto nel suo appartamento e lo mostra a  Jago, il quale si accerta che l’abbia visto Otello. Fra tutte, ecco la prova di  cui aveva bisogno il moro. Intanto Lodovico, ambasciatore della Serenissima,  con la sua delegazione sono sbarcati e stanno per sopraggiungere. Otello e Jago  si accordano di uccidere sia Desdemona che Cassio la notte stessa.
 Lodovico reca l’ordine con cui il Doge richiama Otello a Venezia. Suo  successore come Governatore di Cipro sarà Cassio. Mentre Jago continua la sua  instancabile trama, umiliato e rabbioso, Otello assale Desdemona dinnanzi a  tutti. L’incontro ha termine nella confusione generale. Otello cade in  apoplessia. Fuori la folla continua ad acclamare il suo eroe, all’interno però  il trionfatore è Jago.
 Atto quarto
 È notte. Desdemona attende  Otello, mentre Emilia la prepara per andare a letto. Lei accenna una canzone su  una giovane, cantata da una serva della madre.
 Quando entra Otello, Desdemona è già addormentata, La bacia e la sveglia. Le  dice che sta per ucciderla e le riferisce il motivo. Resta sordo alle  dichiarazioni d’innocenza  della donna.
 Torna Emilia con la notizia che Cassio ha ucciso Rodrigo. Trova Desdemona in  fin di vita e dà l’allarme. Lei, Cassio e Montano svelano l’infamia di Jago che  si dà alla fuga, inseguito dalle guardie.
 Otello si getta sulla spada e muore, baciando Desdemona per l’ultima volta.
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