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            1999            
            Cooperativa Teatro Artigiano
            AMORE E CHIMICA
              Autore Jean-Noël Fenwick 
  Regia di Silvio Giordani 
  Scene di Leonardo Conte e Alessandro Panconi 
  Costumi di Lia Aiello 
  Interpreti Pietro Longhi, Pamela Villoresi (Madame Curie),  Gabriella Silvestri, Mario di Franco, Carlo Ettorre, Franco Barbero 
  Prima rappresentazione Milano, Teatro San Babila, 5 ottobre  1999
            La Villoresi infonde una  convincente femminilità al personaggio della scienziata. Casa Curie o la  chimica dell' amore. Portare in scena la storia di una scoperta scientifica  rivoluzionaria, far rivivere figure di grandi studiosi senza cadere nell'  agiografico o nell' ovvio, parlare di elettricita',  radioattivita' , chimica, fisica, radio e  pechblenda, sfiorando temi come il rapporto fra scienza e potere, accademia e  ricerca, ricerca e industria, e' una sfida che Jean - Noel Fenwick affronta con  buoni risultati nella commedia "Amore e chimica". E, da alchimista  del palcoscenico, unisce un pizzico di spirito boulevardier alla verità  storica, una pennellata d' amore alla passione scientifica, per ottenere una  miscela gradevole e intelligente. Così la vicenda dei Curie, in prima nazionale  con la regia di Silvio Giordani, diventa la storia d' amore e di chimica di  Marie e Pierre, chiusi nel loro freddo e povero laboratorio, assillati da un  potere accademico assetato di gloria e riconoscimenti. Quotidianamente sfidati  e affascinati dal "misconosciuto e dall' inabituale", i due scienziati  ricercano con ostinazione, sacrificio e piacere, provocando sé stessi e la  materia per aprire nuove strade alla conoscenza, percorsi che possono portare a  mete applicative ignote, ma che ineluttabilmente il progresso scientifico  obbliga a percorrere. Perno della vicenda e' Marie, cui la brava e volitiva  Pamela Villoresi dà tutto il fascino della sua personalità, della sua dolce  femminilità, della sua intelligenza recitativa per renderla una donna viva e  palpitante, innamorata del suo lavoro e della vita. Una donna forte,  determinata, capace di grandi sacrifici, intorno alla quale ruota un universo  maschile all' inizio ostile ma presto conquistato. Suo marito, che Pietro  Longhi disegna con toni misurati in bilico tra fermezza e distrazione, l' amico  scienziato (Mario Di Franco) caduto nella danarosa trappola dell’ industria, i  tromboneschi preside e rettore (Carlo Ettorre e Franco Barbero) a caccia di  onorificenze conquistate con il lavoro altrui. Divertente la ciarliera  cameriera – balia - di Gabriella Silvestri. Regia sobria, buona prova degli  attori. 
            
   
            
    
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