2014
LA LIBERTÀ ALLO SPECCHIO
Un film di Vanni Vallino
Con Pamela Villoresi, Erica Blanc, Eugenio Allegri, Marco Morellini, Elena Ferrari

Ci sono piccole bellezze in ogni persona; ci sono attimi, atteggiamenti, idee, sorrisi e sguardi che raccontano più di altro le caratteristiche di un uomo o di una donna. Ecco, gli sguardi; abbiamo cercato di soffermarci sugli sguardi più di altre volte. In ogni scena c'è un campo totale per ambientare la situazione ma poi ci sono tanti primi piani, sia durante le battute che nei piani d'ascolto, per specificare il rapporto tra i nostri protagonisti. Per reggere lo sguardo bisogna essere bravi e i nostri attori lo sono stati; da Pamela che interpreta Evangelina con una sicurezza e una recitazione davvero imperdibile a Eugenio che con piccole espressioni riesce a far parlare il personaggio di Anacleto, da Erica, mamma dolce adesso presente a Marco, un Giacomo Grosso primo estimatore della nostra pittrice. E poi Elena e Chiara che sottolineano con la loro bravura caratteri e atteggiamenti, come Maren.Guarda caso tutti grandi interpreti del teatro nazionale, guarda caso abbiamo ricostruito lo studio della pittrice sul palcoscenico di un teatro. Ci piaceva l'idea che stava alla base dei primi grandi sceneggiati della tv; una fedele ricostruzione in studio alternata a location esterne per contestualizzare il racconto portato avanti da grandi attori... vi ricordate "I Promessi Sposi" di Bolchi? Certo le tecnologie sono cambiate, adesso si può lavorare maggiormente sulla post produzione, ma l'idea di base è rimasta intatta; un approccio "teatrale" alla storia, aiutato da interpreti di classe.

Così Evangelina ritrova nella sua memoria e nel suo studio le persone che hanno significato la sua vita; Giacomo Grosso, il direttore dell'Accademia Albertina di Torino, Anacleto Boccalatte, il grande amore della sua vita che mai sposerà, la mamma, figura accogliente che da sicurezza e che invita al ricordo. Ci sono anche Evangelina da giovane e Donatella, la governante, ruoli importanti che aiutano a delineare un carattere deciso, a volte duro, quasi sempre romantico.Nella nostra storia il filo conduttore è il ritratto che sta dipingendo alla nipote Anna Maria; queste scene, questi frammenti del 1953 ci permettono un rapido sguardo sulla psicologia della pittrice, sul suo modo di essere, sui suoi pensieri, sulla sua forza d'animo. Perchè Evangelina è veramente una donna in anticipo sui tempi, se si pensa che siamo all'inizio del Novecento; decide di fare un figlio con Anacleto, anche lui pittore, e negli ultimi mesi di gravidanza si allontana da Torino per evitare le malelingue e tutta sola, nel Canavese, lo porta al mondo e poi ritorna a Torino, presentandolo anche alla madre; decide di iscriversi all'Accademia Albertina di Torino, probabilmente prima donna a farlo, e di portare i suoi dipinti in tutte le più importanti mostre italiane; decide di andare a Parigi da Boldini per frequentare un ambiente che intuisce potrà esserle utile; decide di non sposarsi affermando che sarebbe una limitazione alla sua libertà d'artista. La libertà è il concetto sempre presente nelle sue frasi, parole che abbiamo trovato nelle oltre duecento lettere scritte di suo pugno e che sono servite per determinare la sceneggiatura. Libertà dai conformismi, libertà dagli uomini, libertà di poter agire, libertà dal potere, libertà dalla morte. La morte è un altro momento significativo nella sua vita; nel film è raccontata attraverso le stanze vuote di casa Bossi, quasi un ritorno (discesa) nell'inconscio più profondo; la morte del padre, trovato da lei stessa suicida in casa quando aveva pochi anni e la morte del figlio, per una disgrazia in montagna. Morte vinta con l'arte, morte trasformata in vita e in dipinti, morte che comunque è presente. La prima battuta del film, rivolgendosi alla nipote, Evangelina la dedica ai fiori: "Certo che anche i fiori hanno una faccia....". Sono parole imprevedibili che tratteggiano da subito un carattere da artista consumata ma anche di donna vera.
Il progetto filmico ha visto il coinvolgimento di molte realtà esterne, sparse sul territorio piemontese e lombardo, a partire dalla preziosa collaborazione con i docenti e gli allievi dell'Accademia Albertina di Torino per continuare con gli ospiti di Casa Shalom, preziosi nel raccogliere notizie sulla pittrice, ma anche la ditta Maimeri con la sua Fondazione che ci ha aiutato ad allestire tecnicamente lo studio con gli oggetti d'epoca (tele, pennelli, cavalletti...) appartenuti al pittore Gianni Maimeri... per arrivare ai ragazzi dell'Orchestra Giovanile Dedalo che hanno eseguito con vera professionalità le Sinfonie di Beethoven e l'Intermezzo della Cavalleria Rusticana di Mascagni.
Un universo giovanile che da credibilità al nostro progetto, anche per il domani. Due parole su Beethoven; Evangelina amava la musica classica, in generale e Beethoven in particolare... riconosceva nel suo amore Anacleto, con i suoi boccoli bianchi, un alter ego del grande compositore ed ecco perchè abbiamo inserito anche parecchie Sonate, eseguite in originale dal maestro Alessandro De Bei, a sottolineare parole ed emozioni. Un'artista quindi a tutto tondo, riconosciuta a livello nazionale nei primi anni del Novecento e poi messa in disparte dalla critica attuale che speriamo si ricreda una volta visto il film.